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Adempimenti psicoendocrinologici e giuridico-legali integrati nella disforia di genere

Roberto Vita 1, Salvatore Settineri 2, Alessandra Tommasini 3 Salvatore Benvenga 1,4,5

1 Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università di Messina, Italia
2 Dipartimento di Scienze Biomediche, Odontoiatriche e delle Immagini Morfologiche e Funzionali, Università di Messina, Italia
3 Dipartimento di Giurisprudenza, Università di Messina, Italia
4 Master in Endocrinologia dell’Infanzia, dell’Adolescenza e della Salute Endocrina della Donna, Università di Messina, Italia
5 Programma interdipartimentale di Endocrinologia Clinica e Salute Endocrina della Donna, A.O.U. G. Martino, Messina, Italia
Corrispondenza a: Roberto Vita, Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università di Messina, Viale Gazzi, 98125, Messina; tel.: 090 2213560; fax: 090 2213518; email: [email protected]

1. Definizione

Come stabilito dalle recenti linee guida dell’Endocrine Society [1], la transizione di genere (Tab. 1) in tutte le sue fasi deve essere coordinata da un team multidisciplinare di specialisti, che include uno specialista in salute mentale ed un endocrinologo o un endocrinologo-pediatra.
Il crescente interesse del mondo scientifico verso la disforia di genere/incongruenza di genere è testimoniato dalla stesura di due linee guida negli ultimi 8 anni da parte dell’Endocrine Society [1,2], ed a livello nazionale, dalla creazione lo scorso anno di un gruppo di studio sulla disforia di genere da parte della Società Italiana di Endocrinologia.

2. Il percorso medico-legale del paziente con disforia di genere
2.1. Aspetti giuridico-legali

La corrispondenza tra sesso biologico e sesso psichico costituisce esigenza fondamentale e inviolabile di indubbia rilevanza costituzionale.
La rettificazione di attribuzione di sesso è disposta dal Tribunale a seguito di intervenuta modificazione dei caratteri sessuali della persona (art. 1 n. 164/1982). Secondo una prima interpretazione del suddetto dato normativo, la modificazione della struttura anatomica del soggetto attraverso un intervento demolitivo-ricostruttivo veniva considerata presupposto per la rettificazione dell’attribuzione di sesso.
Sulla base di una più recente interpretazione costituzionalmente orientata, la rettificazione degli atti anagrafici può essere effettuata anche allorquando il soggetto raggiunga il proprio benessere psicofisico attraverso la modificazione dei caratteri sessuali secondari, a seguito di trattamenti ormonali o estetici che determinino un avvicinamento al sesso percepito e desiderato.
L’art. 31, comma 4, d.legis. n. 150/2011, esclude ogni e qualsivoglia forma di costringimento al trattamento medico-chirugico, prevedendo il ricorso allo stesso soltanto qualora sia necessario l’adeguamento dei caratteri sessuali primari della persona. E ciò, in quanto il disturbo di identità di genere ha verosimilmente determinato un atteggiamento conflittuale di rifiuto dei propri organi sessuali, suscettibile di essere modificato soltanto attraverso apposito intervento chirurgico che dovrà essere autorizzato dal Tribunale con sentenza passata in giudicato.
L’istanza diretta ad ottenere la rettificazione dell’attribuzione di sesso è formulata con citazione, atto introduttivo del giudizio da instaurare presso il Tribunale, in composizione collegiale, del luogo dove ha residenza l’attore, con la necessaria partecipazione del pubblico ministero.
Il Tribunale, esaminata la documentazione prodotta a corredo dell’atto di citazione e interrogato l’interessato, qualora non ritenga necessari ulteriori accertamenti, autorizza la rettificazione dell’attribuzione di sesso. Nell’ipotesi in cui, per le ragioni esposte, dovesse risultare necessario un intervento di trasformazione chirurgica degli organi sessuali primari, l’istanza può essere presentata nel medesimo giudizio in ragione di una connessione sia soggettiva che oggettiva, trattandosi di domande fondate sulla medesima causa petendi (il disallineamento tra corpo e psiche della parte attrice, ovverosia la condizione personale di disforia di genere dalla medesima vissuto). Il Tribunale dispone, in questo caso, i necessari accertamenti, affidati ad un C.T.U. (psicologo e/o psichiatra), che dovrà accertare l’esistenza o meno della detta conflittualità in capo al richiedente.
Con la stessa sentenza che accoglie la domanda di rettificazione di attribuzione di sesso, il Tribunale ordina all'ufficiale di stato civile del comune dove è stato compilato l'atto di nascita di effettuare la rettificazione nel relativo registro. [3-5]

2.2. Aspetti clinici

La domanda di rettificazione di attribuzione di sesso deve essere corredata da una esaustiva documentazione che:
(i) dimostri il sesso biologico dell’individuo.
(ii) dimostri che il sesso cui l’individuo sente di appartenere è diverso da quello biologico con cui è stato riconosciuto alla nascita, e che questa discrepanza genera uno stato d’inquietudine e di malessere (disforia di genere);
(iii) dimostri che l’individuo è fermamente convinto a intraprendere il percorso medico-chirurgico legale finalizzato alla riattribuzione del sesso.
Mentre la prima parte (i) è di pertinenza endocrinologica, la seconda (ii) e la terza parte (iii) sono di pertinenza dello specialista in psicologia clinica e/o psichiatria.
La persona che desidera cambiare sesso verrà sottoposta ad un’accurata visita specialistica endocrinologica comprensiva di anamnesi ed esame obiettivo. All’endocrinologo spetta la documentazione del sesso biologico dell’individuo.
A tal fine l’individuo verrà sottoposto a prelievo per:

  • Mappa cromosomica (cariotipo). Consente la valutazione del sesso cromosomico della persona. Sebbene tale esame non sia obbligatorio per la diagnosi ed il management dei soggetti con disforia di genere, deve far parte della documentazione della domanda di rettificazione di attribuzione di sesso. Nella 10a edizione dell’ICD il transessualismo è definito dal persistente (≥2 anni) desiderio di vivere ed essere accettato come membro del sesso opposto in assenza di malattie genetiche o disturbi mentali atti a limitare totalmente o in parte la capacità di autodeterminazione, disordini dello sviluppo e della differenziazione sessuale o anomalie cromosomiche [1].
  • Dosaggio degli ormoni dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi (FSH, LH, E2, testosterone totale) [6]. Nella donna è consigliata l’esecuzione di tale prelievo in fase follicolare precoce (2°-5° giorno del ciclo mestruale). Consente la valutazione dell’assetto ormonale della persona, generalmente in linea con il sesso cromosomico. Sebbene la maggior parte dei pazienti con disordini dello sviluppo e della differenziazione sessuale non presentino disforia di genere, la frequenza di disforia o incongruenza di genere in tali individui è superiore rispetto alla popolazione generale, come ad esempio dimostrato nelle donne con iperplasia surrenalica da deficit della 21-idrossilasi [1].

. Aspetti psicopatologici

La psicopatologia ruota intorno alla sofferenza derivante dal vissuto della propria sessualità in disaccordo con il genere assegnato sia dalla biologia che dal contesto sociale. Questa esperienza è
pertanto diversa in relazione al ciclo di vita, per cui il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) distingue una disforia di genere nei bambini da una disforia di genere negli adolescenti e negli adulti. Questa diversità si può riassumere nell’attribuzione di un senso alla propria condizione ed in particolare al vissuto del desiderio quale fatto affettivo in cerca di una sua estinzione proprio come l’istinto, ma che da quest’ultimo si differenzia per la complessità dell’oggetto capace di estinguerlo a differenza di altri movimenti elementari omeostatici che pure traggono origine nella medesima area cerebrale (fame, sete, etc.). In tema di desiderio, una sistematizzazione dello stesso include  l’esperienza dell’Altro verso cui è rivolto, la dimensione dell’angoscia che è poi ciò che definisce la disforia, l’incapacità a sublimare verso altre forme di estinzione dell’energia sessuale in forme che socialmente sono più accettabili rispetto alla scelta sessuale imposta dalla questione dell’identità disforica. L’angoscia del disforico si incrementa quando l’Altro, ricorrendo a meccanismi di spiegazione, non riesce a comprendere la sofferenza vissuta, la diversità del desiderio, l’unicità derivante dalla soggettività di ogni forma psicopatologica. In particolare, la questione diviene altamente specialistica quando la disforia più che rappresentare un disturbo così come descritto dal nosografico è solo un sintomo di altra psicopatologia per cui occorre fare una accurata diagnostica differenziale[7-9].

3. Conclusioni

Lo specialista endocrinologo ha quindi il compito finale di produrre una relazione clinica contenente i piversi esami ematochimici effettuati dall’individuo corredati dalla consulenza psichiatrica/psicopatologica.
Tale relazione costituirà la documentazione medica che correda la domanda di rettificazione di attribuzione di sesso.

 

Tab. 1. Termini chiave riguardanti la transizione di genere

Articolo 42 Tabella

 

Riferimenti Bibliografici
 

1. Hembree WC, Cohen-Kettenis PT, Gooren L et al (2017) Endocrine Treatment of Gender-
Dysphoric/Gender-Incongruent Persons: An Endocrine Society Clinical Practice Guideline. J Clin
Endocrinol Metab 102:3869-3903. doi: 10.1210/jc.2017-01658
2. Hembree WC, Cohen-Kettenis P, Delemarre-van de Waal HA et al (2009) Endocrine Society. Endocrine treatment of transsexual persons: an Endocrine Society clinical practice guideline. J Clin Endocrinol Metab 94:3132-54. doi: 10.1210/jc.2009-0345
3. Astone A (2006) Il controverso itinerario della identità di genere. In: La Nuova giurisprudenza civile
commentata, pp 305 e ss.
4. Bilotta F (2013) Transessualismo. In: Dig.disc.priv., Torino, pp 732 ss.
5. Pilloni M (2012) Delle controversie in materia di rettificazione di attribuzione di sesso – commento
all’art. 31 del d. lgs. 1° settembre 2011, n. 150. In: Codice di procedura civile commentato (diretto da C.
Consolo), Milano, pp 396 e ss.
6. Vita R, Settineri S, Liotta M, Benvenga S, Trimarchi F (2018) Changes in hormonal and metabolic
parameters in transgender subjects on cross-sex hormone therapy: A cohort study. Maturitas
Jan;107:92-96. doi:10.1016/j.maturitas.2017.10.012
7. Sharma BR (2007) Gender identity disorder and its medico-legal considerations. Med Sci Law 47:31-40. doi: 10.1258/rsmmsl.47.1.31
8. Settineri S, Merlo EM, Mento C (2017) Phenomenology of Image and Desire in Adolescent Gender
Dysphoria. Mediterr J Clin Psychol 5:1-17. doi: 10.6092/2282-1619/2017.5.1696
9. Romeo FH (2005) Beyond a Medical Model: Advocating for a New Conception of Gender Identity in the Law. Colum Hum Rts L Rev 36:713.

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