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Quiz 25

Siamo spiacenti, non è possibile rispondere al questionario in questo momento.

"..un prudente inseguimento..."

Una signora di 79 anni ipertesa e con diabete di tipo 2 da molti anni e storia recente di IMA (18 mesi prima) viene con una HbA1c di 7.6%. Per anni l’emoglobina glicata si era mantenuta fra 6.4 e 6,9% in trattamento con Metformina 1000 mg due volte al giorno e insulina glargine 28 UI la sera tardi. Da sei mesi, tuttavia, la signora ha avuto ripetuti episodi di ipoglicemia asintomatica. Ridotta la posologia di glargine a 18 UI, la glicemia negli ultimi tre mesi, ha oscillato fra 92 e 130 mg/dl a digiuno al risveglio e fra 115 e 145 mg/dL prima di pranzo e cena. La paziente non manifesta sintomi o segni riferibili a neuropatia, ha una retinopatia non proliferativa stabile da anni. Creatinina 0.8 mg/dL senza albuminuria.

Qual è la cosa migliore da fare in questa persona di 79 anni con diabete di tipo 2 non gravemente complicato e non associato a gravi comorbidità? 

Risposte
1) Aggiungere insulina pronta prima del pasto
2) Continuare con la stessa terapia
3) Aggiungere un glitazone
4) Aumentare la dose di glargine fino a portare la glicemia a digiuno < 110mg/dl


La risposta corretta è la risposta numero: 2

Risposta Corretta Nr. 2

Continuare con la stessa terapia

  • perchè
L’American Diabetes Association raccomanda di abbassare l’emoglobina glicata < 7% nei diabetici di tipo 2. Raggiungere lo scopo immediatamente dopo la diagnosi consente di ridurre le complicanze microvascolari e ,probabilmente, anche le macrovascolari. Nel 2102, però la stessa ADA e l’ European Association for the Study of Diabetes hanno suggerito che mantenere l’emoglobina glicata fra 7.5 e 8.0% è, comunque, appropriato, in caso di pazienti con storia di ipoglicemia, limitata aspettativa di vita, complicanze avanzate , comorbidità, e difficoltà a raggiungere valori bersaglio più bassi nonostante una terapia intensiva (ipoglicemizzanti e insulina).
Secondo i ben noti trials randomizzati ACCORD, ADVANCE e VADT, un più stretto controllo della glicemia non riduce gli eventi macrovascolari, che la paziente ha già sperimentato 18 mesi prima. L’American Geriatrics Society raccomanda un controllo meno stringente della glicemia nel diabete di tipo 2 negli anziani tenendo in massimo conto l’aspettativa di vita, lo stato presente di salute e la condivisione degli obiettivi con il paziente.
Nel caso della paziente, con diabete di tipo 2 di vecchia data, ipoglicemia non sintomatica durante terapia più intensiva, è appropriato mantenere l’HbA1C al di sotto dell’8%( fra 7 e 8%) specialmente se, in questo modo, si evita la ricorrente ipoglicemia.

(Rielaborata da: NEJM knowledge del 19-2-20169) 

Bibliografia di riferimento

1. Inzucchi SE et al. Management of hyperglycemia in type 2 diabetes: a patient-centered approach: position statement of the American Diabetes Association (ADA) and the European Association for the Study of Diabetes (EASD). Diabetes Care 2012 06; 35:1364 
2. American Diabetes Association. Standards of medical care in diabetes—2016. Diabetes Care 2016; 39(Suppl. 1):S1.
 http://care.diabetesjournals.org/content/39/Supplement_1 
3. Choosing Wisely. American Geriatric Society—Medication to control type-2 diabetes. Apr 2015.
http://www.choosingwisely.org/clinician-lists/american-geriatrics-society-medication-to-controltype-2-diabetes/ 
.
Vedi anche:
 http://knowledgeplus.nejm.org/question-ofweek/867/answer/B/?source=qowemail&inf_contact_key=5a25370a05d9cf62d2c53deecd0b7bacfb0f35e0 d9e76785f9f31b608163c6e7#sthash.vwRUiqL9.dpuf 

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