Il dispendio energetico totale (DET) (kcal/die, kJ/die) è la quota di energia (E) che un organismo spende nell’unità di tempo (24 ore) per il mantenimento delle proprie caratteristiche strutturali e funzionali e per l’attività fisica (AF). Una quota ulteriore di E dev’essere aggiunta in età evolutiva, gravidanza, allattamento o in caso di malattia. Il DET indica il fabbisogno di E che dev’essere introdotta con la dieta per soddisfare il bilancio energetico.
Le componenti del DET sono:
- il metabolismo basale (MB): quantità di E utilizzata a riposo, a digiuno da 12-14 ore, in stato termico neutrale e rilassamento psico-fisico; equivale al 60-75% del DET ed è riconducibile per il 70-80% alla massa magra (organi e massa muscolare);
- il dispendio energetico da attività fisica (DE-AF): aumento del DET secondario a una qualsiasi movimento del corpo; è la percentuale più variabile del DET (≈20-40%);
- la termogenesi da alimenti (TE-AL): incremento postprandiale del MB, dovuto a digestione, assorbimento e metabolismo; varia dal 7-13% del DET in relazione alla composizione della dieta.
Ciascuna di queste componenti può essere misurata o stimata attraverso equazioni di regressione.
La calorimetria indiretta si basa sulla misurazione dell’O2 consumato (VO2) e della CO2 prodotta (VCO2) nell’unità tempo. Tale variazione si assume associata alle reazioni di ossido-riduzione finalizzate a produrre energia. Calcolando il rapporto VCO2/ VO2 (Quoziente Respiratorio, QR) è possibile ricavare la miscela di substrati ossidata [il QR varia da 0,7 (100% lipidi) a 1 (100% carboidrati)] e attribuire all’O2 consumato un equivalente calorico (4,862 kcal/lO2 se QR=0,85) . La misura dell’escrezione urinaria di azoto nelle 24h indica il livello di ossidazione proteica. Questi parametri utilizzati in equazioni di regressione consentono di calcolare il MB:
kcal/min = x VO2 + y VCO2 - z N
Nella pratica clinica si utilizzano, per la stima del MB, le equazioni di regressione, che tengono conto di sesso, età, peso e/o statura (tabella 1), o della massa magra determinata mediante plicometria, Bioelectrical Impedance Analysis (BIA) o Dual Energy X-Ray Absorptiometry (DEXA).
Il DET è ottenuto moltiplicando il MB per un coefficiente che esprime il livello di attività fisica (LAF). Il LAF è una grandezza adimensionale che definisce livelli diversi di sedentarietà/impegno motorio (Tabella 2); in genere il valore è compreso tra 1,4-2. Conoscendo il costo energetico delle principali attività, espresso come PAR (Physical Activity Ratio), il LAF è calcolato ponderando i rispettivi PAR per i tempi dedicati ad ogni singola attività nell’arco delle 24h:
LAF = [(PAR1 x T1 + PAR2 x T2 + …… + PARn x Tn) / (T1 + T2 + …… + Tn)
In alternativa è possibile definire il profilo di attività fisica (AF) mediante questionari, quali l’International Physical Activity Questionnaire – IPAQ, che quantifica l’AF svolta nell’arco di una settima, utilizzando come unità di misura il MET (Metabolic Equivalent Task; 1 MET = 3,5 ml·kg-1·min-1 di O2 ≈1 kcal/kg/ora). Il MET indica il costo energetico di ciascun tipo di AF ed è calcolato in base alla quantità di O2 consumata a riposo in 1m’. Secondo Pate e coll. (1995) le diverse tipologie di AF possono essere classificate come: leggere <3 METs; moderate 3–6 METs; intense >6 METs. L’OMS suggerisce un impegno settimanale di 450-700 MET, a prescindere dall'età, ovvero almeno 100 m’ di AF leggera o 70 m’ di AF più sostenuta.
Tabella 1: equazioni predittive impiegate per il calcolo del metabolismo basale
Tabella2: profili di sedentarietà/impegno motorio secondo diversi livelli di attività fisica (LAF)
Bibliografia: