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QUIZ 170

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...respira meglio, ma la glicemia...

Un uomo di 60 anni, alto 165 cm, peso 79 kg, BMI 29 kg/m2, con Diabete mellito tipo 2 e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) si ricovera per riacutizzazione della BPCO. Il trattamento pre-ricovero includeva insulina glargine 40 unità al giorno, metformina 1000 mg per 2, fluticasone e salmeterolo per inalazioni. L’emoglobina glicata di due giorni prima risultava 7.0% (valori normali, 3.8–5.6). All’esame clinico emergeva lieve dispnea, temperatura 37.9°C, PA 146/90 mmHg, frequenza 102 bpm e frequenza respiratoria 22 /min. Saturazione di ossigeno al 90% durante ossigenoterapia con cannula. All’esame clinico solo qualche fischio e sibilo senza segni fisici di addensamento. Gli pneumologi somministrano levofloxacina, prednisone 60 mg per os, albuterolo e ipratropio (inibitore muscarinico selettivo) per via inalatoria. Continua insulina glargine alla stessa dose e interrompe la metformina. In seconda giornata di ricovero e trattamento diverse determinazioni della glicemia capillare a digiuno e lontano dai pasti risultarono fra 200 e 300 mg/dl. Gli pneumologi richiedono consulenza endocrinologica per correggere l’instabilità dell’iperglicemia.
Quali delle seguenti strategie è la migliore per gestire l’iperglicemia di questo paziente?

Risposte
1) Somministrare l’insulina glargine frazionata in due dosi di 20 Unità
2) Aggiungere analogo dell’insulina ad azione rapida a pranzo
3) Sostituire il prednisone con desametasone a dosi equivalenti
4) Iniziare terapia con la classe delle sulfaniluree a lunga durata d’azione in monoterapia


La risposta corretta è la risposta numero: 2

Risposta Corretta Nr. 2

Aggiungere analogo dell’insulina ad azione rapida a pranzo

  • perchè
anche i pazienti non diabetici trattati con glucocorticoidi sono a rischio di iperglicemia, ed è chiaro che nei diabetici il rischio di peggioramento dell’iperglicemia è quasi inevitabile I glucocorticoidi, infatti, provocano iperglicemia attraverso molteplici meccanismi, tra cui l’inibizione del trasporto del glucosio dal circolo ai tessuti, l’aumento della neoglucogenesi alterazioni della funzione delle beta cellule.

I glucocorticoidi fanno aumentare la glicemia postprandiale in misura maggiore rispetto alla glicemia a digiuno. E’ questo il motivo per il quale l’aggiunta di insulina a pranzo è la misura più efficace per controllare l’iperglicemia glucocorticoidiindotta (risposta n. 2). L’insulina glargine deve essere somministrata in unica dose giornaliera, frazionarla non è utile per migliorare il controllo glicemico (risposta n. 1 non corretta) e aumentarne la dose non corregge l’iperglicemia postprandiale e presenta anche il rischio di ipoglicemia. Sostituire il prednisone con il desametasone non ha senso in quanto entrambi gli steroidi condividono lo stesso effetto iperglicemizzante, ed inoltre il desametasone ha un effetto ancora più prolungato del prednisone (Risposta n. 3 non corretta).

Più articolata è la ragione per cui la risposta n. 4 non è corretta. Vi è un largo consenso relativo all’interruzione di farmaci non insulinici in pazienti ospedalizzati (NON in terapia intensiva) con diabete tipo 2, quantunque non vi siano controindicazioni in pazienti stabilizzati. Il paziente in esame presenta una notevole instabilità glicemica e le sulfaniluree si associano spesso a ipoglicemie specie nei pazienti con patologie in acuto.

Biliografia di riferimento
  1. https://knowledgeplus.nejm.org/question-of-week/854
  2. Baldwin D and Apel J. Management of hyperglycemia in hospitalized patients with renal insufficiency or steroid-induced diabetes. Curr Diab Rep 2012 Oct 24; 13:114.
  3. American Diabetes Association. Diabetes care in the hospital: standards of medical care in diabetes--2021. Diabetes Care 2021 Jan; 44: S211.

Autore
F.Trimarchi Dipartmento di Medicina Clinica e Sperimentale Università di Messina
[email protected]

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