SIE aderisce al protocollo di autenticazione 
SIE è affiliata a  
 

Week Endo Quiz

 

Quiz Week Endo

QUIZ 202

Siamo spiacenti, non è possibile rispondere al questionario in questo momento.

Attenzione all'emocromo!

La signora Gloria di 48 anni, in menopausa da 2 anni, accede all’Ambulatorio per recente riscontro di osteoporosi. Dalla storia anamnestica emerge come unico fattore di rischio di osteoporosi solo la familiarità per osteoporosi fratturativa. La MOC DEXA mostra valori compatibili con osteoporosi (L1-L4: Tscore -3.0) e la radiografia del rachide dorso-lombo-sacrale con valutazione morfometrica, eseguita per lombalgia senza trauma efficace, mostra lieve avvallamento vertebrale L1 (Genant grado 1). Gli esami emato-urinari evidenziano deficit di 25 OH vitamina D e ipocalciuria [25 OH vitamina D: 18 ng/ml (30-100), calcemia tot 8.8 mg/dl (8.5-10.3), proteine tot 7.5 g/dl (6.4-8.2), calciuria 90 mg/24 ore (100-300), fosfatemia 4.0 mg/dl (2.5-4.9), PTH 7 pmol/L (1.3-7.6), fosfatasi alcalina totale 71 U/L (30-140)], funzionalità renale nella norma e screening negativo per celiachia ed altre patologie endocrinologiche. Tra gli esami di routine eseguiti, però, l’emocromo mostra lieve anemia normocitica e numero delle piastrine appena al di sotto del range di normalità. La paziente riferisce inoltre recente riscontro di lieve splenomegalia e assenza di altre patologie.

Pertanto, inizialmente si imposta supplementazione di vitamina D e ottimizzazione dell’introito di calcio con la dieta in previsione di rivalutazione per eventuale terapia anti-riassorbitiva in un quadro di apparente osteoporosi post-menopausale. Si invia anche la paziente alla collega dell’ematologia per valutazione, dato il riscontro di alterazioni a livello dell’emocromo e splenomegalia.

 
Quale patologia rara potrebbe essere responsabile di tali alterazioni ematologiche, splenomegalia, e osteoporosi in un paziente adulto?

Risposte
1) Nessuna
2) Malattia di Gaucher tipo 1
3) Malattia di Gaucher tipo 2
4) Malattia di Fabry


La risposta corretta è la risposta numero: 2

Risposta Corretta Nr. 2

Malattia di Gaucher tipo 1

  • perchè
La malattia di Gaucher (GD) è una malattia ereditaria rara, autosomica recessiva, da accumulo lisosomiale. Essa è causata dal deficit di glucocerebrosidasi, con conseguente accumulo di glucosilceramide principalmente nei macrofagi [1,2]. L'incidenza del GD nella popolazione generale è circa 1:60.000, e la prevalenza è circa 1/100.000.

La GD è stata classificata in 3 tipi [1,3], sebbene questa classificazione sia stata recentemente messa in discussione data la variabilità fenotipica. La GD tipo 1 è la forma dell’adulto senza manifestazioni neurologiche, ed è quella più comune nei paesi occidentali. Le manifestazioni cliniche comprendono: splenomegalia, epatomegalia, anemia, trombocitopenia, manifestazioni emorragiche, astenia, deficit di crescita e manifestazioni ossee quali: infarti ossei e dolore osseo acuto, dolore osseo cronico, osteoporosi, lesioni litiche, e osteonecrosi [1,3]. Anche la malattia di Fabry (risposta 4 errata) è una rara malattia da accumulo lisosomiale e può essere associata a osteoporosi, ma ha manifestazioni cliniche diverse e non comprende anemia, piastrinopenia e splenomegalia. La GD tipo 2 (risposta 2 errata) è, invece, una grave e rara forma infantile che provoca la morte nei primi 2 anni di vita. Infine, il tipo 3 rappresenta la forma cronica neuropatica o sub-acuta giovanile, con un coinvolgimento neurologico meno severo rispetto al tipo 2 [1,3]. La diagnosi della malattia di GD si basa sul riscontro di ridotti livelli dell’attività enzimatica della beta-glucocerebrosidasi nei leucociti del sangue. L’analisi genetica della mutazione a carico che gene GBA (1q21) può confermare la diagnosi.

Nelle ultime decadi, l’attenzione alle complicanze ossee nei pazienti affetti principalmente da GD tipo 1 e in minor parte tipo 3 è aumentata notevolmente, poiché esse sono frequenti e sono le principali cause di dolore, disabilità e ridotta qualità della vita [1,3,4]. Nel 2000, l’“International Collaborative Gaucher Group Gaucher Registry”, che includeva per lo più pazienti GD tipo 1 (94%), descrisse: osteopenia/osteoporosi nel 55% dei casi [5].

Le forme più tardive e meno severe dell’adulto, come nel caso clinico specifico, potrebbero essere sotto-diagnosticate. Pertanto, è fondamentale la conoscenza della patologia, seppur rara, e la collaborazione tra ematologi ed endocrinologi, al fine di poter fare una diagnosi tempestiva e iniziare un trattamento il prima possibile. L’uso dei trattamenti specifici (terapia enzimatica sostitutiva e/o di inibizione del substrato), infatti, mostra un miglioramento delle manifestazioni ossee seppur con effetto più lento rispetto alle altre manifestazioni [1,3,4]. Ad oggi, la patogenesi delle complicanze ossee non è ancora del tutto chiarita, seppur diversi meccanismi sono stati imputati quali: alterazioni vascolari e meccaniche e infiammazione dovute all’infiltrazione macrofagica a livello del midollo osseo. Inoltre, resta la necessità di raccomandazioni uniformi per la valutazione e la gestione delle manifestazioni ossee. Ancora pochi sono i dati sugli effetti sull’osteoporosi della associazione terapia anti-riassorbitiva e terapia enzimatica, ma sono stati riportati i primi risultati positivi in termine di aumento della densità minerale ossea.

Biliografia di riferimento
  1. Marcucci G, et al. Gaucher disease and bone manifestations. Calcif Tissue Int. 2014 Dec;95(6):477-94.
  2. Hruska KS et al. Gaucher disease: Mutation and polymorphism spectrum in the glucocerebrosidase gene (GBA). 2008 May;29(5):567-83.
  3. Hughes D, et al. Gaucher Disease in Bone: From Pathophysiology to Practice. 2019 Jun;34(6):996-1013.
  4. Biegstraaten M, et al. Management goals for type 1 Gaucher disease: An expert consensus document from the European working group on Gaucher disease. Blood Cells Mol Dis. 2018 Feb;68:203-208.
  5. Charrow J, et al. The Gaucher registry: demographics and disease characteristics of 1698 patients with Gaucher disease. Arch Intern Med. 2000 Oct 9;160(18):2835-43.

Autore
Gemma Marcucci, Università degli Studi di Firenze
[email protected]

 



Siamo spiacenti, non è possibile rispondere al questionario in questo momento.