Maria Grazia Castagna
Dipartimento di Medicina Interna, Scienze Endocrino-Metaboliche e Biochimica, Sezione di Endocrinologia e Malattie Metaboliche, Università di Siena
Il follow-up diagnostico del carcinoma differenziato della tiroide (CDT) è caratterizzato dal mantenimento di un'adeguata terapia con ormoni tiroidei ed è finalizzato alla precoce individuazione di persistenza/ recidiva di malattia,
Follow-up iniziale
Un primo controllo ormonale, finalizzato a verificare se il paziente assume una dose corretta di levo-tiroxina (LT4), è indicato a distanza di circa 3 mesi dal trattamento iniziale (chirurgia ± terapia ablativa con 131I). Il TSH target, in questa fase, andrà modulato sulla base della classe di rischio del paziente (Tab.1). A distanza di circa 6-12 mesi dal trattamento iniziale si esegue il dosaggio della tireoglobulina (Tg) in corso di terapia ormonale e/o dopo stimolo con TSH (endogeno o ricombinante) associato al dosaggio degli anticorpi anti-tireoglobulina (AbTg) ed all’ecografia del collo. L’impiego della scintigrafia diagnostica con 131I non è routinariamente indicata e trova una possibile applicazione solo in casi selezionati. Alla luce dei dati disponibili in questa fase, la risposta al trattamento verrà definita come:
Follow-up a lungo termine
La gestione successiva del paziente dovrà essere inizialmente modulata sulla risposta al trattamento iniziale e, successivamente, sui dati clinici disponibili ad ogni controllo, ridefinendo quindi in maniera dinamica lo stato di malattia del paziente con CDT (Tab. 2). I pazienti con "risposta eccellente" hanno un bassissimo rischio di recidiva in corso di follow-up (1-4%), possono essere riclassificati come aventi un rischio molto basso di recidiva di malattia e non necessitano di controlli frequenti. I pazienti con "risposta indeterminata" hanno una minima possibilità di evoluzione verso una persistenza di malattia per cui non necessitano di controlli frequenti e il trattamento con LT4 dovrà essere di tipo semi-soppressivo. I pazienti con "risposta incompleta biochimica" hanno una buona prognosi con un tasso di remissione clinica in corso di follow-up di circa il 50-70%, spesso in assenza di ulteriori interventi terapeutici. In questi pazienti i controlli endocrinologici dovranno essere più frequenti modulando la rivalutazione strumentale sul base del trend della Tg sierica. I pazienti con "risposta strutturale incompleta", nonostante ulteriori trattamenti terapeutici continuano ad avere persistenza (strutturale o biochimica) con un tasso di mortalità di circa il 15% e costituiscono il gruppo di pazienti con CDT che necessitano di un follow-up intensivo e di un trattamento con LT4 di tipo soppressivo.
Indicazioni conclusive
Nella gestione del follow-up, l’obiettivo del clinico dovrà essere quello di assicurare al paziente con CDT una gestione sempre più personalizzata, basata sul suo reale rischio di persistenza/recidiva che andrà ridefinito ad ogni passaggio del suo follow-up. Tutto ciò escluderà da inutili procedure diagnostiche i pazienti con rischio di recidiva pressoché nullo, ma allo stesso tempo permetterà di individuare quella minoranza di pazienti ancora a rischio di persistenza/recidiva di malattia.
Tabella 1: Definizione della classe di rischio proposta dall’American Thyroid Association (ATA) e TSH target nel follow-up a breve termine in accordo con la classe di rischio ATA
Tabella 2. Gestione del follow-up del CDT basato sulla risposta al trattamento
Legenda: LT4-Tg: tireoglobulina in terapia ormonale; S-Tg: tireoglobulina dopo stimolo con TSH esogeno o endogeno
Bibliografia: