In caso di terapia ormonale di affermazione del genere in uomini transgender, il trattamento con testosterone in forma gel o iniettiva è in grado di determinare scomparsa del ciclo mestruale nel corso dei primi 3/6 mesi di terapia in più del 90% degli utenti. Tuttavia, in alcuni casi (in particolar modo in utenti con bassi livelli di testosterone o in terapia con testosterone in gel), il ciclo mestruale persiste, determinando un profondo e negativo impatto sull’equilibrio emotivo e psicologico degli uomini transgender, con conseguente peggioramento della qualità di vita e dello stato di salute generale. Pertanto, in tali casi, è consigliabile valutare una modifica terapeutica. Nel caso di Stanis, essendo passato un anno dall’inizio della terapia, un approccio attendista non sembra essere la scelta più idonea, considerando che la terapia con testosterone in gel ha già determinato in larga parte i cambiamenti attesi, con soddisfazione dell’utente, rendendo dunque improbabile che col passare del tempo vi sia un effetto sul ciclo mestruale. Inoltre, i livelli di testosterone di Stanis sono inquadrati nel target terapeutico, ponendosi nel limite medio-alto dei valori di riferimento, per cui un incremento posologico potrebbe rischiare di indurre un sovradosaggio, con annesso incremento dell’ematocrito, già ai limiti alti con la terapia in atto. Pertanto, l’aggiunta di un progestinico o di un GnRH analogo in terapia sembra essere la scelta più opportuna, essendo in grado di ridurre sia la frequenza che l’intensità dei sanguinamenti mestruali