Biagio è un ragazzo di 35 anni con disforia di genere, in attesa di intervento chirurgico per cambiamento di sesso, che da 4 anni è in trattamento con estradiolo valerato 2 mg/die, progesterone micronizzato 100 mg/die e ciproterone acetato 100 mg/die. Normopeso (BMI 23 kg/m2), ogni tre mesi è sottoposto a controlli ematochimici per valutare l’adeguatezza della terapia ormonale praticata. All’anamnesi familiare, il padre, deceduto per infarto miocardico acuto, era diabetico, mentre la madre vivente è affetta da tiroidite di Hashimoto.
Subito dopo un breve episodio febbrile, il paziente presenta poliuria, polidipsia ed astenia. Sottoposto ad un prelievo venoso per routine ematochimica, emerge una glicemia a digiuno di 220 mg/dl. Tale riscontro è successivamente confermato a distanza di pochi giorni (230 mg/dl).
Sospenderei l’estradiolo valerato, il progesterone ed il ciproterone, proporrei una dieta e ricontrollerei un mese dopo la glicemia aggiungendo il dosaggio degli anticorpi anti glutammato-decarbossilasi (antiGAD) qualora l’iperglicemia venisse confermata.
2)Ridurrei il dosaggio dell’estradiolo valerato, e prescriverei insulina glargine (10 la sera prima di coricarsi).
3)Manterrei la terapia praticata ed prescriverei un analogo insulinico ad azione rapida (4 U al pasto principale).
4)Manterrei la terapia praticata, prescriverei metformina (500 mg dopo i due pasti principali) e richiederei il dosaggio degli anticorpi anti glutammato-decarbossilasi (GAD) ed anti-isole pancreatiche (ICA).
Manterrei la terapia praticata, prescriverei metformina (500 mg dopo i due pasti principali) e richiederei il dosaggio degli anticorpi anti glutammato-decarbossilasi (GAD) ed anti-isole pancreatiche (ICA).
Alla luce di quanto detto sopra, nel caso presentato non era giustificata la riduzione del dosaggio o la sospensione del trattamento ormonale, che era ben tollerato. L’esordio acuto della sintomatologia (poliuria e polidipsia), l’assenza di sovrappeso, l’età < 50 anni e la familiarità per malattie autoimmuni, invece imponevano lo screening per LADA (latent autoimmune diabetes in adults), tramite dosaggio degli anticorpi anti-GAD ed anti-ICA, entrambi risultati positivi. Tale positività escludeva un diabete mellito tipo 2. Per definizione, il LADA si differenzia dal diabete mellito tipo 1 perché alla diagnosi e fino a 6 mesi dopo non è necessario trattamento insulinico, ed il solo trattamento ipoglicemizzante è sufficiente, anche se tali pazienti sono a rischio di insulino-deficienza, particolarmente se GADA e ICA-positivi (come nel caso presentato).